Et mondana ordinare

carrello et mondana

Italia 2009, 38′
di Daniela Persico
prodotto da Quarto Film, con il sostegno del Bando Fuori Formato della Provincia di Milano
Sceneggiatura: Daniela Persico
Produttore esecutivo: Giovanni Maderna
Direttore della Fotografia: Pierluigi Laffi
Suono in presa diretta: Alessio Fornasiero
Montaggio: Valentina Andreoli
Montaggio del suono: Francesca Genevois
Costumi: Veronica Salvini
Interpreti: Sara Masotti (Anexia), Laura Pizzirani (Adeleita), Angela Dematté (Grazia D’Arzago)
Festival e premi Festival Internazionale del Film di Locarno 2009, Festival del Cinema Indipendente di Buenos Aires 2010, Filmmaker Doc 2009

Tracce di un giro di esistenze restano appuntate tra le righe di antichi testamenti. Sono quelle di alcune donne, vissute a Bergamo nell’arco del XIII e del XIV secolo, in un contesto in cui la vita era sempre accompagnata dalla dimensione sacrale che accoglie, ordina e salva quella terrena.
Anexia, una proprietaria terriera che non si è mai sposata, lascia gli averi della sua famiglia perfettamente divisi tra due uomini, decisa in vita come nella morte a non privilegiare nessuno dei due. Adeleita, giovane e ricchissima vedova, dona la sua eredità alle fanciulle povere affinché abbiano una dote e possano scegliere liberamente se andare in convento o sposarsi. Grazia D’Arzago, badessa proveniente da una rinomata famiglia, dopo aver portato l’arte in un monastero di clausura femminile, deciderà di concentrarsi sulla povertà che affligge Bergamo. Di queste tre donne ci resta una testimonianza nelle pergamene che conservano le loro ultime volontà, ma anche nei luoghi di culto in cui pregavano e negli affreschi davanti ai quali ponderavano le loro scelte.
Oggi negli stessi luoghi si muovono realtà differenti. Il monastero bergamasco di frati francescani, dove peregrinava l’inquieta Anexia, è diventato un appuntamento per gli aperitivi estivi. Il convento delle Clarisse dove si ritirava in preghiera la vedova Adeleita è il liceo Classico della città, e nell’antica cappella, oggi adibita a palestra, si allenano le ragazze durante le ore di educazione fisica, nuovo modello della libertà di scelta evocata nelle parole del testamento di Adeleita. La missione della trasmissione della cultura, centrale nella figura della badessa Grazia D’Arzago, di cui ci rimane l’importante manoscritto sulla vita di Santa Grata, rivive oggi nell’alacre lavoro delle restauratrici che conservano le tracce del nostro passato.

Note di regia

Sono sempre rimasta affascinata dai volti assorti, dalle strane posture, dai fantasiosi animali che spuntavano tra le arcate del chiostro della mia scuola elementare. Ho avuto la fortuna di frequentare un istituto pubblico di Città Alta che ha avuto sede nel monastero di S. Francesco, l’antica residenza dell’ordine francescano a Bergamo.
Il mio sguardo è rimasto incuriosito da una rappresentazione della realtà così diversa, spingendomi a riflettere sulla distanza tra la visione medievale e la nostra. La mia ricerca si è scontrata con la difficoltà di poter assumere come referente il passato, un gesto utopico che nel cinema deve spesso fare i conti con una mancanza di forza rappresentativa. Per questo ho iniziato un lavoro che nascesse realmente da documenti medievali (i testamenti, gli affreschi, le miniature, i testi letterari e le musiche dell’epoca), cercando di coglierne lo spirito e di rilanciarlo nella mia messa in scena.
“Et Mondana Ordinare” giustappone scene in cui si rievocano le testimonianze del medioevo e sequenze in cui si descrive il presente: due momenti distanti nella rappresentazione, ma in relazione per i luoghi scelti e le emozioni suggerite.
Alternando le testimonianze scritte recitate da attrici nei luoghi originali e i ritratti di chi li anima oggi, si creano strane associazioni: la continuità di sentimenti, gesti e scelte delle donne, la lontananza tra una visione unitaria dell’esistenza e degli spazi e la frammentazione contemporanea, la voglia di una nuova sfera comunitaria raccontata nelle parole di un tempo e ritrovata in alcuni momenti dell’oggi.

Daniela Persico (Treviso, 1981) ha vissuto e studiato a Bergamo, si è laureata a Milano in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Critico cinematografico sulle pagine milanesi di “la Repubblica” e de “Il Giornale del Popolo” di Lugano. Collabora con “Lo Straniero”, la rivista culturale diretta da Goffredo Fofi. Ha pubblicato la monografia “Claire Simon-La leggenda dietro la realtà” (Agenzia X, 2008) e ha partecipato a diversi volumi collettivi. Et mondana ordinare è il suo esordio alla regia.

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